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Salmo – Midnite
Sul fatto che sia strano pubblicare una recensione di un disco uscito diversi mesi fa non ci sono dubbi; ma non c’è dubbio che il personaggio di cui parlo è tutt’altro che “Standard”.
Salmo è la figura che ha sconvolto l’HH italiano e questa nuova “Golden Era” da cui cani e porci cercano di trarre giovamento. Il Rap sarà anche il fenomeno del momento ma un conto è sputare frasi a random su un beat “selfmade” creato con il primo tutorial di GarageBand, un’altro è sfornare un disco come quello di Salmo.
Non vado oltre, sono un fan e queste righe ne sono la prova. Fatte le dovute precisazioni posso cominciare.
Questo disco è un’avventura nell’oscuro, se fosse un videogame sarebbe il nuovo Doom tanto atteso dai NERD di mezzo mondo. Il titolo Midnite è solo il preludio di un viaggio di 42 minuti nel sottosuolo dove puoi incontrare i classici personaggi ai margini, dal serial killer con una predilezione per il sadico fino al NERD con problemi amorosi che medita il suicidio.
Midnite è la mezza notte dell’operaio che pieno di debiti osserva il soffitto e conta le infiltrazioni invece che le pecore, è il calcio in culo che sveglia il ragazzetto poco meno che 20enne che sogna di diventare famoso facendo il tronista o che tenta la strada del successo ad “Amici”.
Basi elettroniche e dubstep ma anche groove più old school e più tipicamente rap. Citazioni e scenari apocalittici alla Sam Raimi, contenuti e argomenti. Tutto questo è Midnite.
Il mio modestissimo parere è che quest’anno dischi italiani più belli, nel loro genere, difficilmente ne usciranno.